Vivere l’emergenza Covid-19 a casa, lontani da casa

 

Coronavirus: è questo il tema cruciale del momento. Mi chiedo: “c’è veramente bisogno di scrivere un ennesimo articolo che tratti di questa tematica? Che altro aggiungere, oltre quello che già è stato detto?”.

Sì, voglio provare a dare un mio contributo, da una prospettiva non molto trattata, ma vicina a molti in questo momento: quella di chi, come me, è un expat- italiano residente all’estero.

Non è facile affrontare questa emergenza COVID-19 lontani da “casa”. Per casa intendo quella di origine, quella dove sono le nostre radici, quella dove ci sono i nostri ricordi d’infanzia, quella dov’è la famiglia e gli “amici di sempre”.

Da un giorno all’altro, siamo in guerra con un nemico invisibile: il coronavirus. All’improvviso tutte le nostre abitudini e routine sono state stravolte. Non possiamo più uscire, si lavora solo al computer, non possiamo abbracciare amici e stare vicini a chi vogliamo bene. Niente palestra, niente scuola, niente serate… tutto si ferma.

Paradossalmente, si capovolge un principio sociale e “educativo”, quello del “fare”, che viene rimpiazzato con il “non fare”.

Dal punto di vista psicofisico, corpo e mente subiscono uno shock.

Molto probabilmente anche voi all’inizio avrete affrontato un momento di smarrimento, caratterizzato dalla paura. Questa emozione è funzionale se ci permette di essere più attenti e focalizzarti, ma diventa disfunzionale se non si riesce a gestire. In tal caso si viene sopraffatti dal panico. La paura davanti al coronavirus è simile a quella tanto conosciuta del buio. Il virus come un paesaggio al buio, non lo vediamo. Non sappiamo cosa aspettarci. Siamo posti davanti all’ignoto, a quanto non riusciamo a controllare.

Ho potuto vivere questa emergenza, questa emozione. L’ho sentita in prima persona, e affrontata come psicoterapeuta insieme ai miei clienti, anche loro italiani che vivono a Londra.

Quali sono gli aspetti comuni – caratteristici del vissuto di tanti italiani ora all’estero?

 

  • Nostalgia del paese di origine. La nostalgia è un sentimento con il quale spesso gli expat imparano a convivere durante la loro vita all’estero. In momenti delicati, come questo, tale sentimento si acutizza. Emerge ancor più la mancanza del conosciuto ed il bisogno di appigli sicuri, affidabili.
  • Confusione. Siamo posti dinanzi a due sistemi di “regole” differenti. Da una parte la linea di prevenzione del nostro governo italiano, dall’altra, la linea di quello inglese. Inoltre, possiamo sentirci spaesati a causa della poca conoscenza del sistema sanitario estero. Tanti interrogati emergono e possono acutizzare il senso di paura e incertezza generale.
  • Paura e senso di responsabilità verso la famiglia lontana. In questo momento di bisogno vorremmo stare vicini ai nostri cari, poterli aiutare. Potremmo farci sopraffare da domande e pensieri negativi: “e si ammala qualcuno in famiglia che faccio? Come posso aiutare? E se mi ammalo io?”. La lontananza si fa sempre più forte.
  • Un critico interrogativo. “Rimango qui o torno in Italia?” Come sappiamo, sono tanti gli italiani che sono rientrati in patria. Quello che non conosciamo è il processo emotivo che accompagna la scelta del rimanere o del tornare. Una scelta da prendere velocemente, caratterizzata da paura e incertezza.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che ho potuto riscontrare – condivisibili da coloro che stanno affrontando il coronavirus lontani dal proprio Paese d’origine. Sicuramente ogni situazione è differente, ogni individuo è a sé: la mia intenzione non è generalizzare, ma descrivere alcuni aspetti di una realtà complessa.

Ma quindi, come meglio affrontare questa situazione?

 

1. Respirate! Con questo voglio dire di non agire impulsivamente: la paura spesso porta all’attivazione di un meccanismo reattivo attacco-fuga. Se agiamo impulsivamente, senza fermarci a riconoscere questa emozione, comprenderla e riflettere su come affrontarla, molto probabilmente agiremo fuggendo (in questo caso, cercando disperatamente una soluzione per tornare in Italia).

2. Informatevi solo da fonti ufficiali: per contrastare l’incertezza, si tende a raccogliere più informazioni possibili, leggendo articoli di ogni tipo- questo porta solo ad aumentare il panico. Informarsi, capire la situazione e vedere quali strumenti sono messi a disposizione da questo paese per far fronte all’emergenza, ci permette di diminuire l’ansia anticipatoria. Leggere ogni sorta di notizia che ci arriva all’attenzione, invece, ha solo l’effetto contrario di aumentare l’ansia.

3. Parlate: condividete quello che state provando. Paura, rabbia, timori, pensieri… esprimeteli! La condivisione dei propri vissuti emozionali aiuta ad abbassare il livello di attivazione emotiva. Se questo livello si abbassa, riusciamo ad agire in modo più “lucido”. Attenzione però a scegliere le persone con cui condividere: meglio se con chi è in grado di rasserenare la vostra mente.

4. Tenete attiva una routine della giornata. Anche se chiusi in casa, è importante tenersi attivi e con un buon ritmo sonno-veglia. Il rischio è che in questo tempo dilatato e sospeso ogni ora sia uguale all’altra e che tutto diventi un unico lungo momento. La condivisione di tale routine con qualcun altro può aiutare a mantenere alta la motivazione.

5. Non condannate la vostra incertezza e difficoltà nel prendere delle scelte. È normale che sotto stress si abbia più difficoltà nel prendere decisioni, soprattutto se la nostra mente è assorbita dalla paura. Provate ad immaginare la vostra mente come un computer: se il 90% di essa è occupata a gestire l’informazione e la paura coronavirus, ci rimane solo il 10% per pensare ad altro e prendere decisioni efficaci.

6. Immaginate questa storia come se fosse un film. Ora, provate a diventare voi i protagonisti del vostro film, che fareste? Questo è l’incipit: all’improvviso tutto il mondo è sotto attacco da un virus-viene dichiarata pandemia. Che titolo ha il vostro film? Che genere sarebbe? Provate a prendere in mano questa storia, e iniziare a vivere la trama da protagonisti. Il punto fondamentale non è ciò che ci accade, ma come reagiamo!

 

Se ti sei rivisto in alcuni di questi aspetti e vuoi condividere il tuo vissuto, scrivimi!

Come psicoterapeuta italiana, residente a Londra, mi rivolgo principalmente a tutti quegli italiani che cercano un supporto in lingua madre. In questo momento effettuo sessioni via Skype e Zoom. Non esitare a contattarmi per un primo colloquio conoscitivo gratuito.